Biografia

Claudio Baccalà nasce a Brissago il 4 settembre 1923. († 9 dicembre 2007)
Sin da ragazzo aiuta la famiglia come contadino a Piazza di Incella, sopra Brissago, e d’estate come pastore all’Alpe Arolgia, sotto la vetta del Ghiridone. Questa montagna e il lago maggiore rimarranno riferimenti costanti sul piano biografico e pittorico. Durante la guerra aiuta partigiani, fuorusciti, esuli e passatori sui monti tra Svizzera e Italia.
Nel 1946 si trasferisce per lavoro prima a Pratteln (BL) poi a Zurigo dove, nella primavera del 1947, inizia a dipingere come autodidatta. Già l’anno dopo Jean Dubuffet si interessa al suo lavoro a Parigi, lo vuole conoscere e inserisce due sue opere nella Collezione di Art Brut. Sul piano critico gli è vicino Michel Tapié. Nasce la frequentazione con un ambiente intellettuale e artistico molto vivace (oltre ai già citati, anche con la giornalista-critico d’arte Herta Wescher, con i galleristi R. A. Augustinci e Gerd van Bruyenne, con l’artista Asger Jorn) e la partecipazione ad alcune storiche storiche mostre tra Parigi e Bruxelles.
Nel 1950 torna in Ticino. Ad Ascona entra a far parte del sodalizio culturale con Otto Bachmann, John Knitel, lo scrittore di “Via Mala”, Otto Müller, Walter Helbig e altri. Partecipa alla sua prima Collettiva alla Galleria Georges Kasper di Ascona (dove tiene corsi d’arte Italo Valenti) con artisti del calibro di Hermann Haller, Walter Helbig e Henri Matisse, e tiene la sua prima Personale alla Galleria Hutter di Basilea. Dal 1951 risiede per tre anni a Lugano dove riceve da Hundertwasser l’invito a far parte del Gruppo Cobra, nato nel ’48 a Parigi i cui principali esponenti sono i pittori Alechinsky, Appel, Constant, Corneille e Jorn.
Nel 1954 torna a Brissago dove provvede al restauro del Tecett, il complesso di rustici secenteschi della famiglia, che lo impegnerà per più di una decina d’anni. Nel frattempo tiene diverse mostre oltre San Gottardo e a Parigi (in particolare per cinque anni consecutivi alla Galérie Rive Gauche), oltre ad un impegnativo tour espositivo nei Musei di Stoccarda, Essen e Wiesbaden, con alcune soste in Ticino come, nel 1960, per la sua prima mostra alla Galleria Cittadella di Ascona.
Nel 1966 entra a far parte della sezione centrale della GSMBA-SPSAS (Società pittori, scultori e architetti svizzeri), conosce artisti quali Otto Müller, Max Uehlinger e Carlo Mazzi, viene invitato all’esposizione “Tendenze artistiche del Ticino” al Comptoir di Losanna così come, nel 1972, alla rassegna “Arte in Ticino” a Lugano, Villa Ciani.
Nel 1973 ottiene il Premio per la pittura alla prima Biennale svizzera, organizzata dal Kunsthaus di Zurigo sul tema “La città in Svizzera”, presentando un trittico di grandi dimensioni (La città presente, La città passata e La città futura). Negli anni successivi sviluppa la tematica degli “Uomini veri”, nata dall’incontro con le filosofie orientali e tiene nel 1977 l’importante antologica all’Abbazia di di Bellelay. Due anni dopo espone alla Galleria Matasci di Tenero, presentato da Walter Schönenberger. L’attività espositiva conosce il culmine con una grande mostra di risonanza internazionale nella Pinacoteca Casa Rusca di Locarno, allestita da Pierre Casè con un catalogo curato da Dalmazio Ambrosioni. Negli ultimi anni sviluppa in particolare il tema degli “Alberi-ritratto” già iniziato nei primi anni Ottanta, dedicandosi come sempre alla pittura e alla campagna.